MERANO. Pink, come i capelli della cantante. Frida come “Frieda’s Pub”, il locale torinese dove il tastierista passava le serate nei suoi anni universitari. I Pink Frida sono la band meranese che ha superato le selezioni regionali di Sanremo Rock, il concorso musicale volto a dare visibilità al rock nelle sue vesti più innovative. Giunto alla trentunesima edizione, ha ospitato sul proprio palco artisti come Ligabue, Carmen Consoli, Litfiba, CCCP e Bluvertigo. E chissà che quest’anno non lanci proprio un gruppo di Merano.
Una formazione piuttosto recente – tra l’ottobre del 2016 e l’estate del 2017 – e alle spalle la militanza in diversi gruppi, i Pink Frida vantano la voce di Clarissa Arena, mentre alle tastiere c’è Vinicio Crivelletto, alla chitarra elettrica Armando Giannattasio e alla batteria Salvatore Spolsino. Suonano funky, blues, pop, con influenze che vanno dai Red Hot Chili Peppers a John Lennon, da Jamiroquai ad Aretha Franklin: i testi sono di Clarissa, gli arrangiamenti di Armando e Vinicio. «Abbiamo provato a scrivere sia in italiano sia in inglese», racconta la frontwoman, «ma tra le due preferiamo l’italiano, nonostante la resa metrica sia una sfida. Le prove le facciamo al Valentino, un negozio di prodotti biologici che ci presta una sala. Un locale dove ci piacerebbe suonare? Sicuramente il Sudwerk di Bolzano, il cui palco ci ha già ospitati per una serata di beneficenza». Ma come sono arrivati in così poco tempo a calcare la scena di Sanremo Rock? «Ci siamo iscritti online a settembre, dopodiché abbiamo partecipato alle selezioni regionali, che abbiamo superato insieme a tre band e artisti dal Trentino. La settimana prossima ci aspettano le semifinali al Palafiori, a Sanremo, con la finale nel finesettimana. Sarà un’avventura». Un’avventura che ha già dato ai Pink Frida la prima grande soddisfazione, visto che nel corso di un’intervista per Radio Irene il conduttore una loro canzone è stata scelta come jingle della radio di Sanremo Rock. Ora non resta che fare il tifo per questa band meranese, l’unica formazione artistica altoatesina in gara, e aspettare il suo ritorno per poterla ascoltare – magari proprio in un locale altoatesino.